domenica 25 marzo 2012

TUTTI I DUBBI SUL CENTRO DI RICERCA



Come forse si saprà, una società ha fatto sapere al Comune di Castrezzato di essere interessata ad insediare nel nostro paese un Centro di ricerca sulle energie alternative. Benissimo, verrebbe da dire: sono anni che ci diciamo che serve ricerca e quindi sembra incredibile che - proprio qui - arrivi un centro di ricerca di questo tipo.
Ci sono - però - un sacco di dubbi che proviamo ad elencare non già perchè siamo pregiudizialmente contrari ai centri di ricerca (ci mancherebbe) ma perchè i proponenti l’iniziativa e le modalità con cui vorrebbero arrivare a Castrezzato qualche dubbio lo fanno sorgere. Se nelle settimane prossime questi dubbi verranno cancellati, saremo noi i primi ad essere soddisfatti.
Andiamo con ordine. Partiamo dalla richiesta di queste due società: sono interessate a venire a Castrezzato ma non vogliono acquistare l’area e non vogliono pagare gli oneri di urbanizzazione. Chiedono 30 mila metri quadri di terreno (che il Comune a titolo diverso dovrebbe evidentemente acquisire e poi girare loro) e vorrebbero realizzare alcune strutture immobiliari fra cui - lo ricordiamo - un bunker a prova di bomba atomica per farne un deposito di documentazione informatica.
Ora, come prima valutazione, qualche dubbio sorge subito: ma come, vogliono venire a occupare 30 mila metri d’area e non vogliono pagare nulla? Perchè? Capiremmo chiedessero una qualche forma di agevolazione, ma pagare niente è - francamente - troppo poco.
Intendiamoci: può accadere che un Comune possa agevolare ampiamente un’azienda e a maggior ragione un centro di ricerca. Dipende anche da chi avanza queste richieste, dalla credibilità che ha, dalla serietà dei progetti che presenta. Facciamo un esempio: l’Enel chiede di fare a Castrezzato un centro di ricerca ma vuole delle agevolazioni. L’Enel sappiamo cos’è, che storia ha, che forza ha la sua ricerca. In una parola: è un’azienda seria e riconosciuta, è credibile. E quindi si potrebbe, più tranquillamente, agevolare questo progetto.
Ma - e questo è il punto - che credibilità e solidità hanno le aziende proponenti. Intendiamoci:probabilmente è gente seria e affidabile (anche se, diciamocelo, il fatto che sia coinvolta la famiglia di un deputato della Lega e che al Comune ci sia un sindaco leghista qualche imbarazzo lo crea) ma hanno numeri piccoli. E soprattutto hanno numeri piccoli rispetto a quel che chiedono: 30 mila metri di area con possibilità di scavare un bunker (grande quanto?, fondo quanto?). Naturalmente chiedere è lecito. Ma è la risposta che il Comune deve dare che va pesata bene. Ora, con numeri onorevoli ma decisamente piccoli, queste società vorrebbero avere gratis 30 mila metri di area con possibilità di scavare un bunker (grande quanto?, fondo quanto?). Anzitutto, sindaco,  vicesindaco e consiglio comunale un qualche accertamento sulle società proponenti lo devono fare. Non è che basti vedere il bilancio per dire se una società ha i numeri per chiedere - gratis - 30 mila metri di area.
E poi: un centro di ricerche. Bene, entriamo nel merito. Ricerche su cosa, chi lo guiderà, che tipo di sostegno finanziario ha (o avrà) questo centro di ricerche, quanti ricercatori avrà? In altre parole: un piano industriale credibile che, per essere tale, deve avere in parte anche una discreta dote finanziaria. Non è che possiamo rischiare di dare - gratis - 30 mila metri di area; la società in qualche modo costruisce questo centro di ricerca e poi, dopo un anno, il centro chiude e a quel punto diventa qualcos’altro.
L’impressione, per dirla chiara, è che con la ricerca questa cosa poco o nulla abbia a che fare. Magari, questo sì, le due società faranno attività in qualche modo legate all’energia, ma da qui a dire che pensano ad un centro di ricerca ne corre... I centri di ricerca sono una cosa seria, non nascono nella campagna solo perchè vicino ci passa la Brebemi. Un centro di ricerca non è un centro di logistica. Solitamente i centri di ricerca nascono - semmai - vicino a posti dove già si fa un po’ di ricerca oppure in posti in grado di attrarre ricercatori. E questo, detto fra di noi, la zona della Valenca  non è nè l’uno nè l’altro.
Infine una ultima annotazione. Detti ed elencati tutti i dubbi possibili, resta da sperare che il Comune, se deciderà per il sì, prenda tutte le cautele del caso. E che sono - essenzialmente - garanzie di natura economica, ovvero fidejussioni garantite da primaria banca o compagnia assicurativa riscuotibili dal Comune sulla base di un calendario dei lavori e dell’andamento del piano industriale.




















lunedì 16 gennaio 2012

AMARE IL TERRITORIO

“Tra il dire e il fare come si dice c’è di mezzo il mare” e come sempre succede anche qualcos’altro. Perché un conto è ergersi a paladini del territorio nei comizi e a chiare lettere sui manifesti elettorali, un altro è farlo davvero. Perché di tanti leghisti che si sono sciacquati la bocca con slogan ne abbiamo visti tanti ma basta farsi un giretto per il paese che si intuisce che i “buoni “ propositi sono rimasti appesi ai cartelloni fuori dalle sede del partito. Non ci vogliono sicuramente studiosi per capire quello che sta succedendo: la ridente campagna ha lasciato spazio a distese e distese di metri cubi di cemento.  Così nemmeno il tempo dello sbornia elettorale ci siamo ritrovati circondati da due centri commerciali con buona creanza di chi sosteneva la difesa del piccolo artigiano  e della bottega lombarda. Ci è toccato, ma questo lo sapevano,  sacrificare il nostro  “ventre” facendoci trafiggere da Brebemi e in futuro dall’alta velocità, ma in quel caso non avevamo scelta. Violentati e arrabbiati, non tutti ci sembra di capire, abbiamo pensato ingenuamente che forse avevamo già dato , che da oggi l’imperativo categorico era di limitare i danni, di limitare gli scempi, insomma di mettere freno al protagonista indiscusso della politica locale, il calcestruzzo. Un amministrazione che ritiene di amare davvero il proprio territorio, avrebbe cercato di limitare i danni, detto fra i denti, impedendo di creare nuove aree dove costruire. Invece il copione è stato tutt’altro, nel sonno collettivo della ragione, all'interno del nuovo PGT sono aumentati nuovamente i metri quadrati di aree edificabili. Una scelta politica, e per capirlo non ci vuole un genio: favorire gli interessi di pochi a scapito del benessere comune, l’interesse elettorale e gli introiti, tutto condito come da consuetudine dalla tipica frase “il comune deve sopravvivere” o “porterà un grande sviluppo economico per il paese”, sviluppo che stiamo ancora attendendo, ma siamo fiduciosi. In sostanza di sviluppo sostenibile nemmeno l’ombra, di creare aree verdi nemmeno a parlarne, della riqualificazione delle area già presenti e dismesse, se ne parlerà un’altra volta. In conclusione mentre uno studio di “Cogeme Onlus” nell’ambito del progetto "Pianura Sostenibile" ci allarma dell’insostenibilità di questo modello di vita che porta con sé altissimi costi, rischi ambientali ed inquinamento, qui si percorre a testa bassa tutt'altra strada. Sconsolati ci rimane la speranza che i nostri amministratori sappiano di cosa stiamo parlando ma sulla faccenda abbiamo grossissimi dubbi.

sabato 14 gennaio 2012

Giornalino "Castrezzato in Comune" n. 5 gennaio 2012

Ero in bagno, si sa che in bagno gli italiani amano leggere qualunque cosa, e mi capita di dare uno sguardo all'ultimo giornalino inviatomi dal Comune di Castrezzato. Già alla prima pagina sento il bisogno fisico di dire la mia.
Riporto una parte della relazione del vicesindaco Ferretti:
Mi chiedo perchè il rigore che l'Europa pretende dai suoi Membri non possa essere preteso in egual misura, all'interno dello Stato Italiano, dal Governo nei confronti di quelle Regioni che hanno sperperato denaro pubblico e si presentano con bilanci fallimentari. Ma l'Italia non è un Paese normale. Anzi non è un Paese, come lo si intende in modo errato tutti i giorni.
Non è mia intenzione essere retorico ma ho la sensazione che si tenda a dimenticare già oggi ciò che è successo solo ieri: se parliamo degli obblighi del governo sul problema delle Regioni meno virtuose che hanno sperperato denaro pubblico, non possiamo non svelare un grande segreto a Ferretti, cioè che  al governo, dal 2001 al 2011, la lega ci è stata per ben 8 anni e mezzo ed immagino che abbia più volte affrontato, con l'ex alleato B., il problema Regioni. Perchè Ferretti oggi sostiene che il Governo Monti debba risolvere tale situazione? Solo perchè ormai la lega si chiama fuori dal Governo ovvero come amano dire i loro vertici, sono all'opposizione? E' questa la responsabilità leghista? Chiedere a gran voce a qualcun altro, ciò che non sono stati in grado di fare loro? Oppure sono andati all'opposizione per ritrovare la vecchia verginità? Anche se alla prima occasione buona ci dimostrano la loro vera faccia, salvando di nuovo Cosentino. Diteci una volta per tutte, volete veramente combattere quel sistema delle Regioni che hanno sperperato denaro pubblico e che sono in odore di mafia o questo comportamento è solo una facciata per la vostra base politica? Volevo essere breve e quindi mi fermo qui ma di queste domande ne avrei molte altre.
Un ultima cosa: ho visionato il nuovo PGT e balza subito agli occhi quella nuova area su terreno agricolo a nord del paese di 200.000 (diconsi duecentomila) metri quadrati destinata ad attività produttive; di un parco, che manca tanto a Castrezzato, nemmeno l'ombra. La considerazione, fatta con qualche amic,o è che pare proprio un vecchio PRG degli anni 80, espansione e cemento e nient'altro.
14 gen. 2012 Marco